Le dittature oltre ad essere terrificanti sono anche molto spesso ridicole. L’ennesima riprova arriva dall’Argentina dove il Comitato federale per la radiofonia ha pubblicato l’elenco delle canzoni sgradite al regime.
Non è una novità. Il nostro fascismo faceva altrettanto. Il Duce arrivò a censurare persino “Un’ora sola ti vorrei” canzone d’amore assolutamente apolitica solo perchè chi non gradiva troppo il regime, passando innanzi ai ritratti del Duce, era solito canticchiare:”un’ora sola ti vorrei/per dirti quello che non sai”.
I militari argentini hanno avuto lo stesso zelo. Dunque sul sito del Comfer si trovano sette pagine dattiloscritte di titoli non graditi.
Scorgendo i titoli delle canzoni si rimane stupiti. Perchè si capisce che la censura colpisse Victor Jara, un po meno quando ad essere censurati sono Malgioglio o Toto Cutugno.
Non va meglio ai Queen o ai Pink Floyd e nemmeno Rod Steward è risparmiato. Il censore poi non gradisce nemmeno la regina della Disco Donna Summer. Dai titoli ci par di capire che la politica, i riferimenti alle droghe, ma anche una certa pruderie sessuale, possono essere i criteri coi quali i solerti censori si muovevano. Poi si trova Mi pequeňo gran amor, cioè la versione spagnola di Piccolo grande amore di Baglioni, e lì si perde ogni riferimento a meno che quella sua maglietta fina non fosse troppo osè; ma si sa che è “osceno tutto ciò che provoca un’erezione a un giudice”.
Ancora una volta appare evidente l’intento disumano di ogni dittatura. Quello di sostituire il giudizio di ognuno con una imposizione massificata decretata da menti malate e troppo zelanti.
Non è sempre detto che sarà una risata a seppellirli. Forse servirà anche qualche canzonetta.