Possiamo dare una mano al Nuovo Corriere?

Chi segue questo blog sa che quasi tutto il materiale che viene pubblicato qui ha una sua vita cartacea sulla prima pagina de il Nuovo Corriere di Firenze.

Oltre a quanto leggete qui, da un anno, il sabato insieme ad altri amici facciamo uscire, sempre sul Nuovo Corriere, un inserto culturale, Cultura Commestibile, che a noi e a diversi lettori piace molto.

Domani il Nuovo Corriere non sarà in edicola. I suoi giornalisti e i suoi poligrafici, cioè tutti quelli che il giornale lo fanno e consentono ai rompipalle come me di poter scrivere, sono in sciopero dopo che la proprietà ha proposto un piano di ristrutturazione a dir poco drastico.

Qui trovate il comunicato con cui indicono lo sciopero e questa mattina hanno promosso un’assemblea e una conferenza stampa per spiegare le loro ragioni.

Sono momenti difficili per tutta la stampa: oggi pare che chiuda anche il Riformista. Non so cosa si possa fare, a parte stare vicini a quelli che rischiano seriamente il proprio posto di lavoro. Ma se avete qualche idea, qualche soldo da investire, forse potrebbe essere il momento giusto.

 

Ma questi ricchi devono piangere o no?

Ieri Simone Siliani ha risposto, sulle colonne del Nuovo Corriere di Firenze al mio pezzo di giovedi (che potete leggere qui) con un’argomentato articolo in cui teorizza con molti argomenti a favore della redistribuzione della ricchezza. Apparentemente distanti i nostri punti di vista, sono (a scavare un po’) molto più vicini di quello che si pensi. Intanto però leggetevi il pezzo di Simone sul suo blog e buon anno a tutti.

Cultura Commestibile

Domani col Nuovo Corriere a Firenze, Prato, Arezzo, Lucca e Versilia troverete un nuovo inserto di 8 pagine curato dal sottoscritto insieme a Aldo Frangioni, Rosaclelia Ganzerli e Simone Siliani che prova a parlare di cultura senza essere indigesti.

Spero che molti di voi domani lo leggano e ci facciano sapere se ci siamo riusciti o in cosa possiamo ancora migliorare. Oppure se sia proprio il caso di smetterla subito qui.

Dalla parte dei lavoratori (però dipende quali)

Continua la collaborazione tra questo blog e il Nuovo Corriere di Firenze, oggi a pagina 2 trovate questo mio articolo.

La CGIL è il più grande sindacato italiano. Lo è per numero di iscritti, per tradizione, per forza. Nella CGIL la Funzione Pubblica è, insieme ai pensionati, il settore più forte e rilevante. Dunque ciò che avviene al suo interno non è quasi mai casuale e, come dire, definisce una linea d’azione del sindacato, tanto più a Firenze capitale della rossa Toscana.

Ora la Funzione Pubblica di Firenze ha, nei mesi scorsi, sospeso dall’iscrizione un suo militante soltanto perché a questo è arrivato un avviso di garanzia da parte della Procura. Si badi bene il soggetto in questione non è stato sospeso da una qualche carica interna al sindacato, ma dal suo essere semplice iscritto. Di più, l’inchiesta di cui questo lavoratore è oggetto non è nemmeno afferente al suo lavoro. Nessun provvedimento di restrizione della Libertà, nessuna sentenza di alcun grado. Solo un avviso che, la Legge, vorrebbe appunto a garanzia dell’imputato.

Il bello è che la CGIL non ha nel suo statuto alcun riferimento a tale possibilità. Si parla di sospensione e persino di espulsione per coloro i quali hanno sentenze definitive. Invece è chiaro il riferimento, nello statuto sindacale, alla Costituzione Italiana che fa della presunzione di innocenza uno dei cardini della nostra civiltà giuridica.

Invano il povero iscritto ha fatto ricorso ai garanti del Sindacato, i quali si sono rintanati dietro la discrezionalità propria del segretario di categoria che ha firmato l’atto di sospensione.

Insomma il sindacato invece di stare vicino a un lavoratore proprio nel momento in cui questo probabilmente ha più bisogno di aiuto, lo scarica.

Il perché di questo atteggiamento così ostinatamente forcaiolo? Possiamo solo fare un ipotesi forti del vecchio adagio andreottiano che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si da: il lavoratore ha avuto per sorte di essere un politico prima di questa vicenda e di essere finito in questa inchiesta proprio per il suo ruolo.

A me fanno sempre rabbrividire gli adepti del partito della forca e delle manette, che come è noto sono trasversali ai due schieramenti, ma l’idea del sindacato dei giustizialisti, se possibile, me ne fa ancora di più.