Com’è profondo il mare

Scrivere dei libri degli amici non è mai semplice. Se non ti piace il libro ti dispiace ferire l’amico, se ti piace hai paura che il giudizio sulla persona renda meno credibile il giudizio sull’opera. Tuttavia quando un amico scrive un libro come La memoria dei Pesci, diventa difficile non parlarne.

Pippo Russo arriva al suo terzo romanzo e lo fa spiazzandoci un altra volta. Tre libri, tre storie completamente diverse e tre stili di scrittura sempre nuovi.

Questa volta siamo in un futuro talmente prossimo da essere presente, il 2011, e in una Firenze talmente vera da farti male, con le sue contraddizioni, i suoi luoghi estranei alle guide turistiche. I suoi colori e i suoi sapori. In questa città solare ma cupa al tempo stesso si muove Brando, un antieroe la cui vita all’apparenza di successo, deraglia sia sentimentalmente che professionalmente. E deraglia a partire dall’intreccio di reale e virtuale in cui Brando, come tutti noi, è immerso. Così tra second life, costruzione di biografie digitali (l’invenzione e il lavoro di Brando), donne amate per l’immagine che danno di se sull’iphone, Brando è chiamato dal mondo virtuale a fare i conti con se stesso e la sua memoria.

Un’ educazione sentimentale di un adulto dei nostri giorni. Un uomo, un maschio, verso cui l’autore non è affatto indulgente e che risalta, in negativo, per contrasto alle donne splendide che ha intorno.

Una scrittura decisa, spigolosa come il personaggio, sottolinea un libro che ci dice molto di come siamo e cosa stiamo diventando.

Pippo Russo, La Memoria dei Pesci, Cult Editore, 2010.

Altro che “Amici miei”. Qui “Piove sul Bagnato” (dal Nuovo Corriere di Firenze)

Oggi il Nuovo Corriere di Firenze ospita questa mia lettera sul fare cinema a Firenze.

Caro Direttore,

sollecitato dall’insolita apertura del suo giornale di ieri approfitto per esporle brevemente una piccola riflessione sul fare cinema a Firenze. Già perché aldilà della giusta indignazione rispetto al toccare un capolavoro del cinema come amici miei, questa può essere l’occasione per fare il punto di cosa significa fare cinema a Firenze e di come, nonostante nutrano gli stessi dubbi sulla qualità del progetto “artistico” di questo remake, i professionisti del settore lo accolgano comunque come una boccata d’ossigeno per far lavorare attori e cast tecnici.

Già perché in questi anni, soprattutto grazie agli sforzi in questo senso della Toscana Film Commission, si è comunque tornati a girare film in Toscana e a Firenze. Uno sforzo che serve sia per promuovere l’immagine ma anche per far da volano a un’economia che muove molti addetti, tutti qualificati e come dicono gli economisti “ad alto valore aggiunto”.

In questo senso anche il fondo per il cinema della Regione Toscana è una lodevolissima iniziativa che, legando il finanziamento a bandi, permette a chi propone il proprio talento di trovare una strada per realizzarlo.

Eppure produrre e girare un film a Firenze è e rimane un’impresa titanica. Lo dico per esperienza visto che cocciutamente e tenacemente abbiamo voluto produrre, girare e realizzare il nostro primo film “Piove sul Bagnato” qui a Firenze utilizzando cast e tecnici il più possibile fiorentini.

Ma anche nel nostro caso a parte la solita Film Commission, tanti amici tra attori e tecnici, ma solo qualche sporadico operatore la fatica che abbiamo fatto è stata assolutamente incredibile, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione nelle sale.

Eppure il dibattito sul futuro delle sale a Firenze, soprattutto quelle del centro storico, riappare ciclicamente e solleva grandi articoli sui giornali. E poi? Poi poco o nulla per quanto riguarda progetti alternativi alla distribuzione dei grandi film col risultato che lo stesso filmone si preferisce comunque andare a vederlo in una multisala con ampio parcheggio piuttosto che in centro. Nessun cinema che propone una programmazione di vecchi film, o film in versione orginale o per l’appunto produzioni locali indipendenti.

Invece io personalmente devo spezzare una lancia a favore delle multisale proprio perché solo una di queste, il Vis Pathè, ha avuto il coraggio di tenere in programmazione un piccolo film indipendente e locale come il nostro per quasi un mese.

Ecco perché credo che servirebbe, nella discussione sui cinema a Firenze, inserire anche i tanti che cinema (e fiction) a Firenze fanno o vorrebbero fare e mettere insieme la Regione che già fa bene, i comuni ma anche gli esercenti e i distributori per consentire agli spettatori anche alternative “locali” al prossimo remake di amici miei.

Michele Morrocchi

Amministratore Diogene Produzioni Cinematografiche

Ciao Meme

restagno

Il 2 dicembre del 2006 ci lasciava Manuele Auzzi. Lasciava, almeno per chi scrive, un vuoto umano incredibile  che non avrei saputo immaginare quando lui era ancora tra noi.

Ho difficoltà a inserirlo in un’unica categoria. Amico, mentore, compagno. Tutto questo e altro ancora che non riguarda le parole dette agli altri.

Una morte improvvisa che ha lasciato un vuoto umano ma anche politico. Un destino incompiuto non solo per Meme ma per la “sua” politica. Tanto che non è stato raro in questi anni ascoltare ex compagni dei DS ( ma anche tanti che ds non furono) sbottare nei momenti più tesi della vita politica della nostra città: “ah se ci fosse stato Meme!”

Ma quel vuoto, quel dolore collettivo, quell’affetto tributato al ricordo di Meme è stato anche il macigno sul quale un intero gruppo dirigente ha nascosto luci e ombre di una stagione politica.

La “mitizzazione” dell’uomo Meme non ha concesso l’analisi anche critica dell’operato politico suo e del suo gruppo dirigente.  Riconosciuto come l’artefice dell’equilibrio di potere che reggeva i DS e il governo della città di Firenze non si sono fatti i conti anche  con gli errori e le conseguenze che quell’equilibrio comportava.

Chi lo ha succeduto ha preferito sopire e spostare altrove (spesso annullare) un dibattito politico necessario al superamento di quell’equilibrio. Con il risultato di arrivare inevitabilmente a deflagrazioni (probabilmente anche salutari) inaspettate e al ridimensionameto cospicuo dell’esperienza dei DS (partito che superava il 30% in città) fiorentini.

Nel mezzo c’è stata la messa ai margini, o oltre, del gruppo dirigente che con Manuele aveva retto, nel bene e nel male, il partito. Un azzeramento ingeneroso perchè non avvenuto sulla base di un dibattito e di un giudizio su quei dirigenti e su quella esperienza.

L’immagine plastica della rimozione della politica di Meme è nella sede che porta il suo nome. Non è solo un problema economico: quello scheletro incompiuto è il monumento a una politica che non serve più agli attuali detentori del potere. Non giudico se sia meglio o peggio così;  mi sarebbe piaciuto discuterne in questi anni. Piuttosto che scannarsi sulle regole delle mille primarie e di elucubrazioni su partiti leggeri e pesanti.

Mi sarebbe piaciuto sapere se l’idea di un partito forte a partire dai luoghi simbolici della sua appartenenza era alternativa o poteva convivere con un partito di accordi segreti (scritti) sulla spartizione di consiglieri  e assessori regionali, perchè ne dava giustificazione politica programmatica. E mi sarebbe piaciuto discutere se quell’estremo tatticismo che era il tratto distintivo di Manuele non avesse ormai segnato il passo di fronte alla crisi profonda della politica e della società anche a Firenze.

Tutto questo non c’è stato, certo per cause esterne (primarie, elezioni, congressi…) ma anche e soprattutto per scarsa volontà dei dirigenti, tra i quali mi metto anch’io, troppo attenti a costruire destini e poco a scrivere una storia collettiva e a fare i conti coi propri errori.

Chissà cosa ci sarà dietro? Nulla.

complotto

Sarà che è settembre e più o meno tutte le attività sono riprese. Sarà che mi è capitato di passare per il mio circolo un paio di volte (complice anche il congresso più bizzarro a memoria d’uomo), ma mi sono trovato a spiegare a un po’ di persone, di nuovo, che non ho più incarichi politici.

Il bello è che l’ho dovuto spiegare anche a qualche affezionato lettore di questo blog (sì stranamente ne esistono) che evidentemente si era perso questo post.

Ma la cosa che mi ha dato fastidio è la diffusa sensazione di incredulità che vedevo sui volti dei miei interlocutori e una sorta di “ma credi di farmi fesso?”. Come se nascondessi chissà che cosa e tramassi nell’ombra in attesa di un mio (?) rientro sulla ribalta.

Allora provo a precisare:

Non faccio più parte di alcun organismo del Partito Democratico essendomi dimesso dalla segreteria della città di Firenze lo scorso giugno  nella totale indifferenza del segretario. Resto membro del direttivo del mio circolo in attesa del rinnovo di tale organismo ma non ho alcuna intenzione di ricandidarmi nemmeno a quel piccolo incarico.

Non ero candidato a quella specie di elezioni svolte nei congressi di circolo, né sarò in lista il 25 ottobre prossimo.

Non sono membro di alcun consiglio di amministrazione, direttivo o altro organo di società partecipate da enti locali.

L’unica carica che ricopro è quella di membro del consiglio direttivo dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, su nomina del Consiglio Regionale. Incarico che non comporta compenso o alcuna forma di rimborso.

Non siedo in alcuna fondazione politica né ho altri incarichi, non lavoro in una segreteria di qualche assessore, gruppo politico o parlamentare  e il mio (poco) reddito deriva soltanto dalle mie prestazioni professionali che svolgo in una ditta privata e non da incarichi di alcuna sorta.

Insomma ho perso e sono tornato a lavorare. Segno che, se ci sono riuscito io, non era una cosa così straordinaria.

Vota PD, scrivi MORROCCHI

elezioni

Ci siamo, domani si aprono le urne. In queste settimane abbiamo corso in lungo e largo, abbiamo provato a immaginare la prossima Firenze, il prossimo PD.

E’ stata la campagna più strana che abbia mai affrontato, per qualità ma soprattutto per quantità di candidati presenti in città.

Epuure come ogni volta la cosa più bella sono state le persone che ho incontrato. Quelle, tante, che mi hanno aiutato; quelle che hanno discusso, quelle che hanno preso il volantino, quelle che in faccia mi han detto che a me proprio non mi voteranno.

Un grazie a tutti loro e a tutti voi. Se volgiamo che la nostra casa sia simile a quella che ho provato a descrivere in queste pagine e in questi giorni vi chiedo l’ulimo sforzo: domani e domenica votate PD e scrivete sulla scheda azzurra, accanto al simbolo MORROCCHI.

Infine alcune indicazioni di voto per i quartieri, sono amici e compagni che stimo e che potranno fare un bel lavoro se eletti. Come sapete la preferenza è unica e dunque dove ci sono più indicazioni dovrete scegliere fra uno di questi, sarà una scelta dura, io non ce l’ho fatta e ve li indico tutti!

quartiere 1 (scheda verde): Toni COMPAGNO

quartiere 2 (scheda verde): Stefano ZECCHI

quartiere 3 (scheda verde): Serena PERINI

quartiere 4 (scheda verde): Alessandro MUGELLI

quartiere 5 (scheda verde): Enrico CONTI o Francesca PAOLIERI o Alessandro SOTTOCORNOLA

Votateli e fateli votare!

facsimile-morrocchi

Una vita a servizio dei cittadini

logo055

Qui di seguito l’intervista che mi ha fatto Lorenzo Mossani su 055news.it:

MICHELE MORROCCHI: una vita al servizio dei cittadini

Michele Morrocchi, giovane, ma non ‘nuovo’. Un ragazzo che conosce la politica, le pecche e i lati buoni della vecchia amministrazione. Conscio del buon lavoro fatto in Palazzo Vecchio, ma anche consapevole che ‘errare humanum est’. Tutto può essere migliorato: la perfezione non esiste, ma non si può nemmeno cancellare la propria storia bensì è necessario imparare dai propri errori. Queste non sono parole di Morrocchi, ma è quello che trasmette nei suoi gesti e nelle sue parole. Vive la politica con passione (tra le mille attività è anche consigliere dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana) e ardore. In maniera, forse, inspiegabile è stato anche poco considerato dal Pd che probabilmente non ha ritenuto un ex diessino così giovane adatto alla corsa per ‘la maglia rosa’. Ora Michele Morrocchi chiede un posto come consigliere e lo chiede alla sua città. “Firenze è la mia casa” è il suo slogan per la campagna elettorale.
Bello lo slogan, ma purtroppo molti fiorentini hanno problemi a trovare proprio una casa…
“Lo so. Non è una bella situazione. Abbiamo molte aeree dismesse: è ora di applicare le leggi del vecchio governo Prodi per garantire anche alla fascia intermedia un posto degno di essere chiamato casa. Metteremo in condizione gli imprenditori – continua Morrocchi – di sfruttare queste aeree solo se costruiranno con un costo accessibile che permetterà a tutti i fiorentini di avere un tetto. Nella mia testa c’è anche la consapevolezza di dare alla classe meno abbiente una sistemazione. Ripeterò fino alla nausea, la casa è un diritto e per noi è un dovere trovare soluzioni da subito”.
Parliamo di lavoro…
“Purtroppo il Comune non ha la bacchetta magica. Detto ciò è necessario abbattere oneri, eliminare una burocrazia che è vetusta e facilmente migliorabile. Saranno anche concessi spazi e suoli pubblici per le associazioni che hanno come obiettivo comune quello di migliorare la qualità di vita a Firenze. Una sorta di rete comune tra imprese, comune e associazioni. Tutto si può rimettere in moto, siamo disposti a mettere a disposizioni permessi e luoghi idonei per le singole attività”.
Cosa ha sbagliato la vecchia amministrazione?
“A non parlare con la gente. E’ necessario interagire con i cittadini. Non sempre ‘tutti’ hanno ragione, ma vanno ascoltati maggiormente. La voce della città è importante”.
Detto sinceramente il PD ha futuro?
“Il Pd è un partito giovane che è nato ed ha dovuto subito correre. E’ necessario ripartire con un programma strutturale vero dopo una bella vittoria alle amministrative e alle europee…detto sinceramente ha futuro!”

055news

Firenze è la nostra casa: costruiamola insieme

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Giovedì 4 giugno alle ore 18.00 in Piazza Madonna della Neve (quella dentro l’ex carcere delle Murate) parlerò di urbanistica e governo del territorio insieme a Silvia Viviani che è la presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica per la Toscana, Andrea Barducci candidato alla presidenza della Provincia di Firenze e Riccardo Conti, assessore regionale proprio su questi temi.

Affronteremo il futuro dell’urbanistica a Firenze e le possibilità che i nuovi strumenti normativi mettono a disposizone per costruire una città bella, moderna e giusta.

Un candidato in carrello.

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Ieri sera alla SMS di Rifredi abbiamo passato una gran bella serata parlando di politica, di Firenze e del PD. Durante la serata Andrea Muzzi e Andrea Bruno Savelli hanno mostrato un video che avevamo realizzato qualche giorno prima in giro per Rifredi. Un modo divertente e ironico per incontrare i cittadini e portare qualche idea per il futuro di Firenze. Con sorpresa finale!