L’attesa è una suspance elementare
è un antico idioma che non sai decifrare
è una irrequietezza misteriosa e anonima
è una curiosità dell’anima
(Giorgio Gaber)
Buon Natale e felice anno nuovo!
L’attesa è una suspance elementare
è un antico idioma che non sai decifrare
è una irrequietezza misteriosa e anonima
è una curiosità dell’anima
(Giorgio Gaber)
Buon Natale e felice anno nuovo!
« Lombroso è un emerito coglione». Il compagno Ossipon sostenne l’urto di questa bestemmia con un impressionante sguardo vuoto. E l’altro, i cui occhi spenti e offuscati facevano apparire più nere le ombre profonde sotto la fronte ampia e ossuta, mugugnò, afferrandosi ogni due parole la punta della lingua fra le labbra come se la masticasse con rabbia: «Ma voi un idiota simile lo avete mai visto? Per lui, il criminale è il detenuto. Semplice, no? E quelli che lo hanno messo in prigione, che lo hanno costretto ad entrarvi? Proprio così. Costretto a entrarvi. e il crimine, che cos’è? Lo sa lui cos’è, quest’imbecille che si è fatto strada in questo mondo di idioti rimpinzati di cibo guardando le orecchie e i denti di un mucchio di poveri diavoli sfortunati? Sarebbero i denti e le orecchie a imprimere il marchio al criminale? Ma davvero? E la legge allora, che gli imprime il marchio ancora meglio, questo grazioso strumento per marcare a fuoco inventato dai supernutriti per proteggersi dagli affamati? Applicazioni col ferro rovente sulla loro pelle vile, eh? Non lo sentite anche da qui l’odore e il rumore della pellaccia del popolo che brucia e sfrigola? Ecco come si fabbricano i criminali, perché i tuoi Lombroso ci possano scrivere su le loro baggianate.»
E’ con questa riflessione sulla giustizia di Joseph Conrad tratta da “l’Agente segreto” che vi faccio i miei migliori auguri per queste festività e per il 2020. Un anno che in quanto a giustizia e potere si preannuncia preoccupante. Senza, per noi, nemmeno il conforto delle parole, della voce e dell’intelligenza di Massimo Bordin. Quanto manca ancora Direttore…
Insomma il senso degli auguri per queste festività è che tocca ancora pedalare. Se proprio si deve vi auguro di farlo come il Cannibale.
Auguri!
M.
Buone feste a tutti voi
Buone feste da morrocchi.it, con la promessa di scrivere un po’ più spesso da queste parti nel 2017
C’è un luogo che accomuna gli italiani. Divisi se passare la sera del 31 in casa, in piazza, in discoteca o al ristorante gli italiani si riuniscono, tutti, di fronte alle casse del supermercato. Pochi luoghi raggiungono le densità per centimetro quadrato che hanno raggiunto questa mattina tutti i supermercati del Paese, dal micro spaccio rionale all’ipermercato incastonato all’interno del centro commerciale.
Inutile dire che tale mondo è l’occasione per alcuni spaccati di sociologia spiccia imperdibili per tipi umani incontrabili. Il primo idealtipo è il vecchino della coop. Animale stanziale, frequenta il supermercato in qualunque giorno dell’anno e con qualunque clima. Tanto che molti antropologi ormai sono convinti che viva dentro il supermercato in qualche anfratto ricavato dietro agli scaffali. Dai movimenti assurdamente lenti, il vecchino della coop, è capace di sostare di fronte alla stessa confezione di prosciutto arrosto, sì proprio quella che serve a voi, anche per intere settimane. Specie socievole il vecchino della coop si scambia gli auguri coi propri simili nel corridoio più stretto del negozio impedendo il passaggio in entrambe le direzioni. A dispetto dell’habitat il vecchino della coop ha innumerevoli parenti che, al momento degli auguri, elenca tutti con le relative malattie e decorsi post operatori.
Seconda tipologia: i liceali alle prese con il cenone. Riconoscibili oltre che per l’aspetto per la merceologia acquistata: zamponi, lenticchie, salmone ad offerta per i tagliolini alla vodka. Già la vodka, ne acquistano così tanta che si potrebbe presumere che di tagliolini ne dovrebbero fare almeno una quindicina di chilogrammi. Inoffensivi, anzi portano allegria, almeno fino alla cassa quando devono dividerei i costi. Spesso direttamente con la cassiera.
E poi ci sono quelli, più spesso quelle, che vengono a far la spesa (non importa che siano solo le 8.30 del mattino) vestite di tutto punto come al veglione di stasera. Più frequenti all’esselunga non disdegnano la coop di Novoli dove questa mattina c’era una concentrazione di tacchi 12 che nemmeno al colle bereto. Possibile (e nefasta) evoluzione della specie, questi esemplari finiranno, per proporre il veglione direttamente in supermercato, con la pista da ballo tra il banco dei formaggi e quello del pesce. Unico problema i vecchini della coop nel mezzo.
Infine in tutto questo ci sei tu, che tenti di ricordardi tutto (e infatti la mortadella me la sono scordata) e provi a pensare a qualcosa di carino da scrivere sul blog per fare gli auguri.
Beh buon 2015 allora
L’anno non è ancora finito e già siamo stanchi. Eppure molte cose rimangono da fare per molti di noi in queste ultime settimane, tanto che a volte ci viene volgia di tifare per i Maya.
Tra le tante cose importanti che ognuno di noi ha da portare a termine in quest’ultimo scorcio di 2012 ne voglio ricordare una sola: la battaglia che Marco Pannella sta combattendo con il suo corpo per l’aministia, la giustizia e la libertà.
Lo fa per tutti noi, per primi per i carcerati, gli ultimi. Lo fa ricordando la visita di Giovanni Paolo II al Parlamento, i tanti sacerdoti che sono spesso gli unici, insieme al personale del carcere e della polizia penitenziaria, a dare conforto ad una umanità che anche quando colpevole non merita le condizioni inumane in cui si trova.
Carcere luogo di tortura senza torturatori, con il 40% dei detenuti in attesa di giudizio. Potenzialmente innocenti dunque e con 200.000 prescrizioni l’anno, una amnistia di classe, per chi si può permettere bravi avvocati.
Poi Pannella è un vecchio satrapo che sta sulle palle a tanti di voi, ma questo non vuol dire che le cose per cui lotta non siano giuste. Visto che molti di voi voteranno (magari si candideranno pure) alle primarie del PD e che più o meno tutti voteremo a febbraio per il prossimo parlamento, chiedetevi chi tra i partiti e i candidati potranno dedicare un po’ del loro tempo a questi temi.
Quest’anno per i miei auguri ho “rubato” una frase che il mio amico Mario Setti usa per concludere le sue mail “salta e la rete apparirà!”. E’ una frase che ci invita ad avere coraggio nelle nostre scelte. Pannella il suo salto lo ha fatto, la sua unica rete possibile siamo tutti noi.
Buon Natale e felice anno nuovo a tutti voi.
Michele