La bicamerale dell’audience

retro-tv-icon

Articolo apparso su Corriere Nazionale – Qui Firenze il 30 maggio 2013.

Il fenomeno dell’astensionismo viene interrogato costantemente in questi giorni, dopo questo turno di amministrative che ha visto un’accelerazione di un fenomeno in realtà di lunga durata. Il fatto che questo avvenga in un paese in cui la politica occupa ogni spazio del dibattito pubblico in modo ossessivo dovrebbe spingere ad alcune riflessioni. Abbiamo 7 televisioni generaliste in cui a qualunque orario ed in qualunque giorno dell’anno si parla di politica con politici e opinionisti. Trasmissioni in grado di creare leader e movimenti politici nell’arco di una stagione televisiva, per non parlare di giornali che dedicano alla politica uno spazio della propria foliazione inimmaginabile negli altri paesi. Persino il festival di Sanremo si  trasforma in un’occasione politica. Un circuito in cui più o meno i soliti professionisti dell’informazione si confrontano con più o meno i soliti politici; ogni tanto il nuovo opinionista o il nuovo politico si affianca alle vecchie glorie e diventa parte dello spettacolo. Il risultato di tutta questa sovraesposizione è la classe politica meno stimata della storia repubblicana, l’astensionismo alle stelle e programmi noiosi e tutti uguali. Se non si riesce a fare una riforma istituzionale si pensi almeno a una riforma dei palinsesti.