les italiens

Tutte le volte che vengo a Parigi, e fortunatamente ci vengo spesso, mi domando come mai il posto in cui si trovano più italiani sia intorno (meno dentro) al centro Pompidou. Fateci caso è veramente pieno di connazionali, in proporzione molti più che al Louvre.

E allora mi chiedo. Com’è che quando vengono a Parigi vengono al Pompidou e quando sono in Patria ogni volta che si inizia a ipotizzare qualcosa anche di lontanamente moderno o contemporaneo in architettura sono pronti a scendere in piazza coi forconi?

Temo che non avrò mai risposta. Però ogni tanto è bello comunque porsi la domanda.

A plus.

Come se il cristallo si fosse rotto.

Ci sono dischi (vale anche per libri o film ma molto meno) che rimangono per forza legati a persone o momenti della nostra vita. Aldilà della qualità dell’opera assumono valore per quello che riportano in vita.

Crystal Silence di Chick Corea e Gary Burton per me è uno di quei dischi. Mi ricorda chi me lo ha regalato, tempo fa. E’ un disco atteso a lungo. Nella sua attesa ci sono state richieste di appuntamenti, commessi invadenti, liti e tutto il bello di una storia d’amore.

Da ieri sera l’ho rimesso nella mia playlist dopo diverso tempo e non riesco a staccarmene. In casa, in auto, a lavoro. Lo ascolto ancora e ancora una volta. Ma non imparo nuovi passaggi, non lo ascolto. Ricordo.

Correda la malinconia di un giorno di pioggia e so che sarà la colonna sonora di un fine settimana passato a scrivere.

back to 70’s

I journey sono uno dei supergruppi anni settanta. Quasi sconosciuti da noi, venerati dai propri fan oltreoceano, conosciuti dal grande pubblico soprattutto per “don’t stop believing” (vedi video sotto).

Io li adoro, non sono l’unico. Anche il personaggio di J.D. in scrubs gli adora e poi vestivano in modo decisamente assurdo!

Tutto questo per dire che dopo tanti anni hanno fatto un doppio cd nuovo. 11 nuovi pezzi, 11 grandi successi e un dvd di un loro concerto.

Ho provato a cercarlo a Firenze ma naturalmente niente, poi un amico che lavora da Melbookstore mi dice che, tramite un importatore,era riuscito a trovarlo. Bene, dico io, non sto ad aspettare i tempi di spedizione di amazon.com

Oggi era la data della consegna. Ero già bello eccitato quando la mia mail si illumina di un nuovo messaggio. L’importatore è una sola e il disco non c’è.

Non mi è rimasto che ordinare il cd su amazon ed ora attendere. Solo che so che non riuscirò ad aspettare così a lungo e temo che finirò su itunes e scaricherò almeno i pezzi nuovi spendendo due volte.

Tutto questo solo per dire che ci son rimasto proprio male. uffa.

p.s. Grazie lo stesso Vanghen

22 giorni e già sui giornali…

Uno ci prova a stare lontano dai giornali. Polemiche estive, sms sulle primarie, regole, candidati, regolamenti, sono lì a tentarti, e tu niente. Nè un comunicato, nè si risponde ai giornalisti che ti chiamano.

E poi? Poi capita che decidi di portare tuo figlio appena nato in carrozzina nel tardo pomeriggio alla festa democratica e ti sbattono subito nel pezzo di colore odierno del corriere fiorentino. Non vale così ragazzi.

Io me ne andrei…

Da oggi pomeriggio vacanza. Insomma si fa per dire, una settimana a portare il piccolo al fresco dell’Amiata.

Molti libri, un ipod pieno, delle nuove birre da assaggiare e un po’ di cose da risistemare.

Forse ci si sente, forse no. Dipende da me e da Tre.

A plus.

What’s going on?

Da una settimana sono padre. Che dire, nessuno ti dice che è anche così faticoso. Che ti cambia la vita. Che c’è un prima e un dopo. Ma nessuno riesce nemmeno a farti capire che è davvero così bello.

Giorgio ha iniziato il suo percorso. Spero di stargli accanto nel migliore dei modi.

P.s. un grazie a tutti gli amici, i compagni (si può dire no?), i colleghi, e tutti quelli che hanno voluto manifestarci il loro affetto con sms, fiori, biglietti, telegrammi, messaggi su facebook, telefonate, visite, regali e ogni altro mezzo di comunicazione

No fast-food nation?

Il consiglio comunale di Los Angeles ha varato un’ordinanza, non ancora firmata dal sindaco invero, in cui si vietano, in un’area di quasi 52 km quadrati in cui vivono circa 500.000 persone in larga parte a basso reddito, i fastfood.

Il principio è un principio egualitario e salutista e parte da questa idea: noi già limitiamo la vendita di alcool e tabacchi perchè dannosi per la salute; se, soprattutto i più poveri, possono accedere all’alimentazione solo attraverso i fast food rischiano più dei ricchi di avere tutti i problemi legati a quel tipo di cibo e dunque noi regolamentiamo (vietando) i ristoranti fastfood.

Si impediscano quindi i fastfood in modo da favorire (questa è la speranza) l’apertura di locali migliori (sotto il profilo alimentare) e aumentare le possibilità di gustare cibi sani anche per la popolazione meno abbiente in particolare i bambini.

Quello che colpisce è che un provvedimento di regolamentazione così forte venga preso negli Stati Uniti, qui da noi semplicemente a pensarlo si verrebbe tacciati di essere dei pericolosi comunisti.

Penso alla disussione sul regolamento per le somministrazioni o al codice del commercio della regione toscana e al fatto che ogni volta che si parla di regole (siano esse per il commercio o per la sicurezza) ci sia sempre qualcuno che ci fa la lezione sul liberismo e sugli Stati Uniti. Provassero a mangiare un hamburger a Los Angeles se ci riescono!

Qui c’è tutta la storia.